A volte la mattina ti alzi dal letto e pensi:”Non ce la farò” ma dentro ridi, ricordando tutte le volte che ti sei sentito così.
Voglio iniziare con questa citazione del mio scrittore preferito,Charles Bukowski.
Questa frase rispecchia perfettamente l’approccio psicologico che ho con la sclerosi multipla, ogni volta che mi sveglio la mattina.
Ho 19 anni e frequento l’ultimo anno di liceo scientifico. Sento il bisogno di condividere la mia esperienza.
Sono appena tornato da una semplice passeggiata con un amico ed ho forti dolori e crampi alle gambe. È devastante e nessun altro qui può capirmi, tranne voi.
È iniziato tutto a maggio dell’anno scorso con parestesie ad entrambe gli arti inferiori, della durata di due settimane circa.
Andai su internet e il primo risultato fu “sclerosi multipla”, ma il medico generico mi rassicurò, diagnosticandomi una sciatalgia.
Nel mese di dicembre le parestesie passarono all’addome e alle mani, così iniziai fortemente a dubitare del medico generico e mi rivolsi ad una neurologa dell’ospedale che decise di farmi ricoverare d’urgenza. Dopo una settimana, la diagnosi:”Malattia Demielinizzante”.
Ero completamente ignaro che si trattasse di SM. Non potevo crederci: stava capitando proprio a me.
Internet, sconsigliato da tutti, ci aveva visto bene sin dall’inizio e i miei allarmismi erano ben fondati, sfortunatamente.
A luglio ho iniziato direttamente col Natalizumab e dopo la quinta infusione, ho ricevuto la risposta della positività al virus JC. La pugnalata finale: la ciliegina sulla torta di un 2015 disastroso.
Il mio neurologo mi ha detto di stare tranquillo per i primi due anni, nonostante la positività ma devo ammettere che questo virus JC mi spaventa più della SM stessa.
Così, con un futuro incerto e perennemente in lotta con la SM, vorrei iscrivermi alla facoltà di Scienze Biologiche per poi specializzarmi in Neurobiologia.
Cerco di guardare il bicchiere mezzo pieno: con la mia passione per chimica e biologia, provo a fare della SM una motivazione per realizzare me stesso e chissà, forse come ricercatore trovare una cura definitiva.
Ripensandoci, credo che la SM sia scaturita proprio da un lungo periodo di stress e stato depressivo. Ero solito mettere me stesso da parte e porre altre persone in primo piano, facendo girare la mia esistenza attorno a loro.
Ora come ora, forse a causa della SM, ho appreso che non c’è nulla di più importante di noi stessi.
Purtroppo ci sono arrivato troppo tardi. È servita questa dannata malattia affinché io apprezzassi il dono della vita e di ogni minimo movimento che fa ogni giorno il nostro corpo.
L.